NON C’È (PIÙ) RELIGIONE. OPPURE SÌ…

"Da noi, a scuola, non c'è Religione!" Questa è l'affermazione degli studenti francesi che annualmente arrivano nel nostro Istituto per lo scambio tra scuole. Se ne accorgono anche i nostri alunni quando vanno in Francia per trascorrervi due-tre settimane. Durante la permanenza in Italia, i ragazzi d'oltralpe partecipano spesso alle lezioni di IRC; questa è l'occasione, dunque, per fare un confronto tra i due Paesi e capire il differente modo di concepire la laicità. 

La Francia è uno Stato laico nel senso che non riconosce e non sostiene alcuna religione né da un punto di vista normativo o economico, né da un punto di vista cultuale. La fede è un fatto privato; davanti alla legge sono tutti uguali, a prescindere dall'appartenenza religiosa. Ne consegue che non solo è vietato esporre simboli nei luoghi pubblici, ma anche indossarli in modo visibile sulla propria persona. 

Anche l'Italia è uno Stato laico e la religione cattolica non è più religione di Stato, secondo quanto contenuto nella revisione del Concordato del 1984, firmato dal Card. Agostino Casaroli e da Bettino Craxi. Riconosce comunque la presenza di diverse religioni e ne garantisce la tutela e il sostegno economico, attraverso la stipula di specifiche Intese. Sul sito del Governo Italiano è possibile leggere i testi normativi e tutto ciò che comportano per ciascuna confessione religiosa. L'aspetto più noto (ma non è certo l'unico importante) è quello dell'8 per mille,  con cui si permette al contribuente di destinare una parte dell'IRPEF ad una di esse. Al momento, oltre alla Chiesa Cattolica, sono tredici.  

Nonostante ciò, "La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i princìpi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado" (Legge n. 121/1985, art. 9.2).

Questo è il motivo per cui, nonostante sia una materia di studio facoltativa, l'IRC riveste un suo ruolo specifico nella scuola, così come afferma anche il DPR n. 176/2012: "...risponde all'esigenza di riconoscere nei percorsi scolastici il valore della cultura religiosa e il contributo che i principi del cattolicesimo offrono alla formazione globale della persona e al patrimonio storico, culturale e civile del popolo italiano."  

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L'argomento viene affrontato in modo più approfondito nelle classi quinte; è  inserito nel percorso di Educazione Civica e comprende anche i Patti Lateranensi e l'analisi degli articoli 7 e 8 della Costituzione. 

Leggi anche l'ultimo articolo COSA ABBIAMO FATTO

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